Qualsiasi supporto, sia esso cartaceo o digitale, è organizzato secondo testi e immagini.
Quando si parla di testi, quindi parole, non si può prescindere dal parlare anche di tipologie di font. A seconda di quello che si vuole comunicare sarà bene scegliere il font più adatto, sia in termini di leggibilità sia di piacevolezza stilistica.
La domanda che sorge, quindi, spontanea è: quali sono le tipologie di font esistenti?
Questione di "grazie".
Avreste sicuramente letto il termine "serif" e "san serif". "Serif" significa "grazia", ovvero un allungamento all'estremità delle lettere che conferisce al carattere un'immagine più aggraziata, appunto. Va da sé che i caratteri "san serif" sono tutti quelli che non hanno grazie e che, di conseguenza, risultano più semplici e meno eleganti.
Le quattro categorie di "serif".
I caratteri con le grazie si possono suddividere in quattro categorie:
- Old Style: a loro volta si possono dividere in Veneziani e Gerald. I primi, i Veneziani, avevano altezza dell’occhio del font relativamente piccola e un basso contrasto tra linee spesse e sottili, oltre ad aste trasversali inclinate nella “e” minuscola e un “colore” molto scuro, inteso come l’effetto generato dalla densità di inchiostro stampato su una pagina. I Gerald, invece, risultavano più leggibili e avevano un maggiore contrasto tra linee spesse e sottili e una maggior rifinitura dei tratti.
- Transizionali: fanno parte di questa categoria i font piĂą tradizionali e conosciuti come Times New Roman, il Cheltenham e il Georgia. Le loro caratteristiche sono le forme piĂą geometriche e un allineamento piĂą verticale negli occhielli delle lettere.
- Bodoni (o Romani Moderni): le peculiaritĂ di questa tipologia di font sono avere un passaggio molto marcato tra aste verticali e orizzontali e possedere grazie molto fini e sottili che formano angoli retti con le aste.
- Slab Serif:questo carattere veniva molto utilizzato in pubblicità , intorno al 1800. Le loro caratteristiche sono l'utilizzo estremo del contrasto e dall’utilizzo di grazie perpendicolari e molto sottili, ovvero caratteristiche volte solamente a catturare l’attenzione e non a garantire leggibilità .
Le tipologie dei "san serif".
I san serif, invece, si possono suddividere in tre macro categorie.
- I Grotteschi: caratteri che oltre a non avere le grazie avevano anche un'asse verticale delle lettere e forma tendenzialmente squadrata delle curve; uno scarso contrasto visivo; una G maiuscola caratterizzata da uno spuntone che genera la forma di una freccia, una g minuscola caratterizzata dalla presenza dell’occhiello inferiore e/o una R con la gamba incurvata (fatta eccezione per il Franklin Gothic).
- I Neo-Grotteschi: questi caratteri si sviluppano dal Secondo Dopoguerra in seguito alle nuove necessità del moderno graphic design e del mondo digitale in crescita. Le loro particolarità sono maggior geometricità , una g minuscola senza l’occhiello inferiore e la presenza di numerose varianti di peso, strutturate all’interno di una famiglia di font.
- I Geometrici: questi caratteri nascono grazie alle rivoluzioni artistiche nate attorno alla scuola del Bauhaus e a movimenti come il De Stijl olandese.Il padre dei Geometrici è senza dubbio il Futura.
Tutti gli altri.
Esistono anche altre tipologie di font che hanno visto la luce anche recentemente.
Fanno parte di questa famiglia i Gotici, gli Script, i font di Fantasia e i font Simboli.
I primi, i Gotici ricordano i caratteri utilizzati nelle prime lettere stampate sulla Bibbia di Gutenberg. Gli Script sono tutti quei font che imitano la scrittura a mano. I font Fantasia sono quei caratteri che rappresentano anche oggetti (piĂą o meno reali). Infine i font Simboli sono quelli formati da icone o emoji.
Considerazioni finali.
Appare chiaro come i font abbiano sempre ricalcato le esigenze e i gusti del momento storico in qui si trovavano. Tutta la storia di un popolo può essere ritrovata nei suoi scritti, non solo per quello che raccontano ma anche per come si presentano. Questo, e molto, altro fa parte del fascino della comunicazione scritta.
Ancora non vi basta? Ecco un breve (e molto carino) video che vi mostra in breve la storia dei font.