Il logo AS Roma, simbolo indiscusso dell’omonima Associazione Sportiva, è un emblema che ha attraversato quasi un secolo di storia, mantenendo elementi iconici come la lupa e la caratteristica forma dello scudo.
Questi elementi sono rimasti costanti nel tempo, rappresentando l'identità di una delle squadre di calcio più amate d'Italia e della città che essa incarna.
Ma qual è la storia dietro il suo logo? Scopriamo insieme le tappe fondamentali di questa evoluzione.
La storia del logo della Roma inizia nel giugno del 1927, quando viene fondata l’Associazione Sportiva dalla fusione di tre storiche società calcistiche: Alba Roma, Roman Football Club e Fortitudo Pro-Roma.
Il primo logo Roma racchiudeva elementi distintivi di queste tre società, con la lupa capitolina al centro, accompagnata dal monogramma "ASR" in basso, il tutto racchiuso all’interno di uno scudo triangolare.
Questo stemma, che riecheggia fortemente quello attuale, ha resistito fino agli anni '70, senza però comparire sulle maglie della squadra.
Nel 1941-42, la squadra vinse il suo primo scudetto e per la prima volta sulla maglia compare un logo diverso da quello originale. Lo scudo si trasforma in una forma sferica al cui interno c'è solo l'acronimo “ASR”.
La Roma ha iniziato tardi ad utilizzare il logo sulle maglie, giocando per tanti anni con una maglia completamente pulita, senza stemma, principalmente a causa di questioni legali legate all'uso della lupa capitolina, simbolo ufficiale del Comune di Roma.
Per superare questo ostacolo, nel 1978 venne introdotto un nuovo logo AS Roma, noto con il nome di "lupacchiotto". Questo stemma stilizzato e moderno, inserito in due cerchi concentrici giallo e rosso, divenne rapidamente un simbolo iconico per la squadra giallorossa, rappresentando un punto di svolta nella storia visiva del club.
Nel 1997, un importante accordo con il Comune di Roma permise all'AS Roma di riadottare la lupa capitolina nel proprio logo. Il nuovo logo AS Roma riprendeva così la forma dello scudo, con la lupa in nero, arricchita da un monogramma stilizzato in oro e da un fondo bordeaux.
Questa versione del logo della Roma segnò un ritorno alla tradizione e all'identità più profonda della squadra, rafforzando il legame con la città eterna.
Il logo AS Roma del 1997 ha subito alcune lievi modifiche nel corso degli anni 2000, come l'intensificazione dei colori e il miglioramento dei dettagli del lupo.
Tuttavia, la riprogettazione più significativa avvenne nel 2013, quando il logo della Roma fu reso più liscio e moderno: il monogramma fu sostituito dalla scritta "ROMA" in maiuscolo, accompagnata dalla data "1927", a sottolineare le radici storiche del club
Dal 2016 il logo raffigura la leggendaria statua del lupo con la scritta “ROMA” e la data 1927 in basso, mantenendo la suddivisione in campi gialli e rossi dello scudo originale.Il carattere sans-serif conserva un aspetto tradizionale.
I toni predominanti del logo, rosso imperiale e giallo dorato, trasmettono la maestosità e la possenza di una Roma che da sempre, è considerata La Città Eterna.
Una palette che ha trovato riscontro con i colori dello stemma ufficiale del Comune di Roma.
Sei interessato a conoscere la storia dei loghi più famosi? Leggi tutti gli articoli nel nostro blog: la Storia dei Loghi.
Nel mondo dello streetwear e dello skateboard, pochi nomi evocano lo stesso spirito ribelle e autentico di Vans.
Fondata nel lontano 1966, l'azienda ha saputo incanalare l'energia della cultura di strada creando non solo calzature, abiti e accessori ma una vera e propria icona di stile e libertà.
Al centro di questo marchio c'è il suo logo distintivo, un emblema che ha segnato profondamente la storia e la riconoscibilità del brand.
Scopriamo ora la storia del logo di Vans.
La storia del logo di Vans ha inizio nel cuore della California, quando due fratelli visionari, Paul e James Van Doren (da cui deriva il nome del brand), insieme ai soci Gordon Lee e Serge Delia, fondarono la "Van Doren Rubber Company ad Anaheim" il 16 marzo 1966.
Ma fu il figlio tredicenne di James Van Doren a segnare il debutto del primo logo di Vans che getterà le basi per le future versioni: il ragazzo realizzò uno stencil per skateboard, che successivamente venne applicato sulla sneaker "Style 95" ed infine usato come logo aziendale.
Il logo di Vans, con la sua iconica linea orizzontale sopra le lettere, rappresentava già all'epoca un simbolo di forza e stabilità.
Questo design distintivo della lettera "V" modificata a formare un tetto sulle altre lettere, divenne il pilastro dell'identità visiva del marchio.
Inoltre, a primo impatto ricorda graficamente la radice quadrata, operazione matematica legata al concetto di "potenza".
Negli anni '70, le Vans divennero rapidamente le scarpe preferite degli skater della California del sud, grazie alla loro solidità e aderenza al suolo.
Seppur il logo di Vans abbia subito alcune trasformazioni, ha sempre mantenuto intatta la sua essenza e il suo stile inconfondibile.
Nel 1976 fa il suo debutto il payoff “Off the Wall”, espressione coniata da Skip Engblom.
Un motto che deriva dal gergo dei pattinatori californiani che lo usavano per chiamare le acrobazie che eseguivano nelle piscine vuote. Acrobazie in grado di farli “volare in aria oltre i muri” che solcavano con i loro skate.
I designer decisero così di inserire il nuovo payoff all’interno del logo, ora costituito da uno skateboard simile al guscio di una tartaruga.
Il nuovo design del logo di Vans però veniva prevalentemente utilizzato sulle scarpe, mentre restava in uso il logotipo semplice e minimalista creato degli anni '60 per tutte le altre comunicazioni di brand.
Con il tempo il brand ha superato i confini dello skateboard, arrivando ad essere rappresentativo di tutti coloro che si identificano in uno stile di vita alternativo a quello socialmente dominante.
Nel 2016, i designer hanno rimosso lo skateboard dal vecchio design del logo e hanno lasciato solo il lettering unificato e simmetrico, a differenza della prima versione creata nel 1966.
Un'ulteriore evoluzione riguarda l'impiego del colore rosso, simbolo di energia e audacia, valori distintivi delle persone che scelgono di indossare i prodotti Vans.
Oggi il logo di Vans si erge come un'icona senza tempo, capace di evocare non solo uno stile di vita alternativo, ma una vera e propria filosofia di libertà e creatività. Il logo di Vans ha saputo adattarsi ai mutamenti del tempo pur mantenendo salda la sua essenza autentica.
Incarnando i valori di passione, energia e gioia il brand continua a essere un faro per una generazione di individui audaci e avventurosi, pronti a sfidare gli schemi e a vivere "Off the Wall".
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Chiunque utilizzi dispositivi mobili ha sicuramente avuto a che fare con diversi sistemi operativi. Uno dei più importanti è sicuramente Android.
Oggi vi racconteremo la storia e l’evoluzione del logo di Android, un semplice robottino diventato però ormai una vera e propria icona di progresso, avanguardia tecnologica e soprattutto di collaborazione.
Grazie al suo design semplice e al colore vivace, il logo è diventato riconoscibile in tutto il panorama tecnologico.
La storia di Android Inc. ha inizio nell'ottobre del 2003 a Palo Alto, in California, quando Andy Rubin, Rich Miner, Nick Sears e Chris White fondarono l'azienda con un obiettivo ambizioso: creare dispositivi cellulari più intuitivi, in grado di comprendere meglio le preferenze e la posizione dei loro utenti.
Inizialmente, l'attività dell'azienda fu avvolta nel mistero, dichiarando di focalizzarsi esclusivamente sulla produzione di software per dispositivi mobili.
Tuttavia, le difficoltà finanziarie costrinsero la squadra a cercare un sostegno esterno, e fu grazie a un finanziamento di $10.000 da parte di Steve Perlman, stretto amico di Rubin, che riuscirono a proseguire nello sviluppo dei loro progetti.
Due anni dopo, il 17 agosto 2005, Google acquisì l'azienda anticipando il proprio ingresso nel mercato della telefonia mobile. Questa mossa strategica aprì le porte a una nuova era, con il team di Rubin al lavoro per creare un sistema operativo per dispositivi mobili basato sul kernel Linux.
Il logo Android nasce nel 2007 da un'idea della graphic designer di Google, Irina Blok, incaricata di sviluppare l'identità visiva del software ancora in fase di sviluppo.
Inizialmente concepito solo per gli sviluppatori, il logo acquisì rapidamente popolarità anche tra gli utenti finali.
Blok e il suo team di progettazione miravano a creare un logo facilmente riconoscibile dai consumatori. Inoltre, l'indicazione principale era di includere un robot nel design.
Questo portò a incentrare le ricerche su giocattoli e film di fantascienza, ma la vera ispirazione derivò dai pittogrammi universalmente riconosciuti dell'uomo e della donna presenti nei simboli delle toilette.
Nacque così Bugdroid, un robot con il torso a forma di barattolo di latta e antenne sulla testa. Un’idea tanto semplice quanto efficace, che ha dato vita a uno dei loghi più riconoscibili al mondo.
Irina Blok presentò due diverse proposte cromatiche a Google: una più vivace, con il classico verde chiaro dell'androide e una nera. Fu poi scelto il verde, simbolo di modernità, tecnologia, progresso e innovazione, diventando un elemento distintivo del logo Android.
Il team decise di rendere il logo open source, consentendo a chiunque di personalizzarlo. Questa scelta, audace per l'epoca, distinse Google dai concorrenti e permise al logo di Android di cambiare nel tempo.
Negli anni, infatti, il logo Android si è travestito da ninja, ha avuto gli sci, lo skateboard... trasformandosi in mille modi.
Nel 2014, il logo di Android ha subito un restyling conservativo. I contorni del robottino sono stati ridefiniti, conferendogli una forma più slanciata e una statura più alta.
Gli elementi sono stati riorganizzati per creare una creatura più snella.
Il colore è stato reso più audace e visibile, con una tonalità di verde più brillante e vicina al colore dell’erba.
Dal 2019 in poi, il concetto di semplicità ha assunto un ruolo predominante nella progettazione del logo di Android.
In questa versione, il logo è spesso rappresentato semplicemente dalla sua iconica testa con le antennine, riducendo al minimo gli elementi grafici.
La novità più significativa è l'introduzione di caratteri minuscoli per la scritta “android".
La nuova versione del logo di Android è stata introdotta in vista del lancio del sistema operativo Android 14.
Il nuovo logo si distingue per un innovativo design in 3D, in cui il robot è diventato il fulcro, riflettendo la natura giocosa che gli utenti associano ad Android.
Inoltre, la scritta del logo del sistema operativo mobile di Google è stata modificata in "Android", con un nuovo carattere tipografico e con la A maiuscola invece che con tutte le lettere minuscole come in passato.
La decisione di Google di trasformare Bugdroid in formato 3D deriva dalla volontà di facilitare il passaggio tra ambienti online e offline.
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Fondata nel 1957 a Milano, Esselunga è molto più di una semplice catena di supermercati: è un autentico viaggio attraverso la storia italiana.
Nel corso degli anni, l'azienda si è trasformata in una vera e propria Food Company, diventando la custode delle tradizioni culinarie italiane.
Ed è proprio a partire dal logo di Esselunga che è possibile percepire la semplicità di un brand che è stato in grado di ridefinire il concetto di "spesa".
L'iconicità di Esselunga è senza precedenti.
Il suo marchio visivo è diventato sia una denominazione istituzionale sia parte integrante del linguaggio comune.
Esploriamo insieme la straordinaria storia di questo logo che ha segnato la storia della GDO italiana.
Siamo nell’aprile 1957 quando nasce la Supermarkets Italiani S.p.A. dallo spirito imprenditoriale della famiglia Caprotti e dell'impresario Nelson Rockefeller.
Il primo negozio viene inaugurato a Milano, in viale Regina Giovanna. Si trattava di un supermercato moderno per l'epoca, per via della sua ispirazione americana, ma comunque attento alle esigenze locali.
Lo sviluppo milanese di quella che poi diventerà Esselunga è molto rapido, tanto da consentire l’apertura di diversi punti vendita nel giro di pochi anni.
Siamo negli anni '60 quando nasce il marchio con la "S" lunga dall'intuizione del grafico Max Huber, al quale era stata commissionata la realizzazione della prima insegna.
Nasce così il marchio con la scritta “Supermarket”, la cui lettera "S" iniziale veniva allungata per contenere le restanti lettere della parola. Un logo che già dai primi anni di vita racchiudeva tutta la forza di un brand che segnerà la storia della GDO in Italia.
In quegli anni si susseguono le prime campagne pubblicitarie del brand, caratterizzate dalla dicitura "con la esse lunga".
Manifesti che non si limitano a promuovere prodotti o offerte, ma che mettono in risalto anche i benefici della spesa nei supermercati.
Alcuni di essi portano la firma di Benito Jacovitti, celebre fumettista, illustratore e scrittore italiano.
Dopo l'introduzione del logo di Esselunga, l'azienda collabora con l'agenzia di comunicazione Armando Testa, che trasforma il soprannome "il supermercato con la esse lunga" in un logo distintivo, dando il via a una campagna di successo nel 1979, nota come "Esselunga prezzi corti".
In questo anno cruciale, il marchio "Supermarket" si trasforma ufficialmente in "Esselunga", segnando una pietra miliare nella storia dell'azienda. Questi investimenti in comunicazione hanno portato Esselunga a posizionarsi sul mercato come una vera e propria icona nel settore della grande distribuzione organizzata.
Il logo è rimasto lo stesso nel corso degli anni, favorendo la riconoscibilità del brand. L'azienda ha cresciuto e sviluppato il suo business con l'apertura di nuovi negozi, servizi innovativi e un programma per premiare la fedeltà dei clienti.
Campagne pubblicitarie creative e partnership strategiche sono state altre chiavi del successo, che hanno aiutato Esselunga a diventare un nome noto nel mondo dei supermercati.
Il 2017 ha segnato il 60º anniversario di Esselunga, celebrato con una mostra che ha fatto immergere il pubblico nella storia dell'azienda.
Sono anni di innovazione e sperimentazione che hanno portato il brand ad evolversi e a dimostrare la sua capacità di abbracciare il cambiamento.
Il logo, immutato nel tempo, testimonia la capacità dell'azienda di adattarsi ai cambiamenti senza perdere la sua autenticità, mantenendo un profondo legame con i suoi clienti.
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La Società Sportiva Calcio Napoli, meglio conosciuta come Napoli, è una delle squadre di calcio italiane nonché la vincitrice dello scudetto nella stagione 2022-2023.
Si tratta della squadra del Sud Italia più titolata a livello nazionale e internazionale, e quella con più presente nei campionati di massima serie.
Nonostante il logo del Napoli attuale sia semplice ed essenziale, non è sempre stato così. L’identità della squadra di calcio partenopea si è infatti evoluta nel tempo, e il suo logo ha subito diverse modifiche nel corso del tempo.
Vediamo insieme i suoi principali cambiamenti.
Il club venne fondato nel 1926 con il nome “Associazione Calcio Napoli” da Giorgio Ascarelli, un giovane industriale di origine ebraica che divenne il primo presidente della società.
Alla sua nascita, il logo della squadra era un cavallino rampante, simbolo del Regno di Napoli, poggiato su una palla da calcio all’interno di un’ellisse azzurra.
Sullo sfondo erano presenti le lettere A, C, N, acronimo di Associazione Calcio Napoli.
Il primo campionato disputato dal Napoli fu fallimentare, a tal punto che il cavallo rampante del logo venne paragonato a un altro simbolo del capoluogo partenopeo: l’asinello malridotto di don Domenico Ascione, venditore di fichi molto conosciuto in città.
I cittadini, infatti, iniziarono a ridicolizzare la squadra paragonandola a questo animale non proprio in forma.
Nel 1928, il logo del Napoli subì una trasformazione radicale con l'obiettivo di allontanarsi il più possibile dall'idea che i tifosi si erano precedentemente fatti del club.
Si abbandona quindi il cavallo e la forma ellittica: il nuovo stemma è caratterizzato da un cerchio azzurro con il bordo dorato e una grande N al centro, sempre di color oro.
La lettera N non rappresenta soltanto l'iniziale del nome della città, ma è anche il simbolo distintivo presente sulle prestigiose porcellane di Capodimonte.
Nel 1930 avviene però la svolta: i partenopei rimontarono una partita contro la Juventus. Al termine del gioco fu portato in campo un asinello che, da quel momento, diventò il portafortuna della società.
Nel 1964, il club cambiò nome in Società Sportiva Calcio Napoli.
Il nuovo logo del Napoli venne rivisitato per far fronte a questo importante cambiamento.
La lettera N centrale venne resa più piccola per fare spazio alla scritta “S.S.C. Napoli” posta al di sotto.
Nella parte inferiore dello stemma fu poi rappresentata anche una versione stilizzata della bandiera italiana, composta da tre rettangoli ricurvi.
Nel 1980 il logo del Napoli cambia nuovamente.
La N centrale torna ad essere bianca e più grande, mentre al di fuori del cerchio azzurro viene inscritto il nome per intero del club “Società Sportiva Calcio Napoli”.
I tifosi, tuttavia, continuavano a non dimenticare il vero simbolo del Napoli, l’asinello. Si decise quindi di riprodurre, come portafortuna, il pittogramma dell’animale sulle magliette da trasferta della stagione 1982/1983.
Nel 2002 il logo del Napoli inizia ad essere caratterizzato da una cornice blu scuro, nella quale continua ad essere presente il nome per intero del club “Società Sportiva Calcio Napoli”, a cui però si aggiunge la sigla “S.p.a.”.
Negli anni il Napoli non accumulò grandi successi. Questa crisi, unita alla compromessa situazione finanziaria, portò al fallimento della società nel 2004.
Nello stesso anno, l’imprenditore cinematografico Aurelio De Laurentiis rilevò il titolo sportivo dalla procedura fallimentare del tribunale di Napoli e iscrisse la squadra, ribattezzata Napoli Soccer, al campionato di Serie C1.
La dicitura del logo del 2002 venne quindi aggiornata e cambiata con il nuovo nome della squadra. Gli altri elementi rimasero invece invariati.
Al termine della stagione 2005-2006 il presidente De Laurentiis restituì al club il suo nome originario, Società Sportiva Calcio Napoli.
Nello stesso anno, la squadra venne promossa in Serie A.
Il nuovo logo, introdotto nello stesso anno, è quello ancora utilizzato oggi.
Si tratta di uno stemma moderno ed essenziale, nato da un processo di semplificazione e di eliminazione degli elementi superflui.
A caratterizzarlo è la sfumatura dei colori interni ed esterni, che rendono l’immagine più tridimensionale e danno vita a un gioco di luci e ombre.
Nel corso degli anni, è stata introdotta anche una versione flat di questo logo, ideale per essere riprodotta negli ambienti digitali.
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In questo articolo ripercorriamo insieme l’evoluzione del logo di Fanta.
Fanta è il brand di bibite analcoliche effervescenti al gusto di arancia (e di altri frutti), appartenente alla The Coca-Cola Company.
La bevanda venne ideata per la prima volta in Germania nel 1940 quando, a causa dell'embargo della seconda guerra mondiale, era impossibile accedere allo sciroppo della Coca-Cola. Nel 1960, The Coca-Cola Company acquistò il marchio distribuendo i suoi prodotti in tutto il mondo.
La storia dell’identità visiva del brand è una delle più colorate della storia del branding. Scopriamo le sue tappe principali.
Nel 1940 venne prodotta per la prima volta la Fanta. Il suo nome è un’abbreviazione di “Fantasy”, che significa “immaginazione” in italiano.
Con il prodotto, nasce anche il primo logo Fanta.
Si tratta di un logotipo nero che riporta il nome del brand in grassetto, in un carattere minuscolo. Peculiarità di questo logo è la coda allungata e curva della lettera “F”, che conferisce al marchio eleganza e raffinatezza.
Nel 1972, il logo di Fanta viene ridisegnato.
Il logotipo è realizzato in lettere maiuscole con un font sans serif caratterizzato da linee spesse e angoli morbidi.
Sopra la lettera “N” compaiono tre sfere arancioni che rappresentano le arance, il primo gusto della bevanda e ancora oggi quello principale.
Il logo Fanta del 1988 è molto simile al precedente, ma vengono modificati alcuni aspetti.
Si abbandona il nero per introdurre un blu molto intenso. Allo stesso modo, le sfere arancioni - ora leggermente più a sinistra - diventano rosse e vengono completate da una foglia verde.
Il carattere tutto maiuscolo viene sostituito da un carattere minuscolo, ad eccezione della “F” iniziale.
Nel 1994, il logo Fanta viene privato di tutti gli elementi grafici per lasciare spazio solo al nome del brand.
Il logotipo è ora di un blu quasi elettrico e realizzato con un font moderno, dalle linee spesse e irregolari, come se fosse stato realizzato con delle pennellate.
Questo logo rimarrà però in vigore per soli 3 anni.
Il logo del 1997 è caratterizzato della parola “Fanta” posta in obliquo sopra una spirale arancione, che rappresenta il succo d’arancia.
Ritorna la foglia verde sopra la lettera “N”, caratterizzata da un tratto blu che la fa sembrare quasi disegnata a mano.
Questa versione rende l’identità visiva di Fanta più dinamica ed energica.
Nel logo di Fanta del 2008 ricompare l’arancione iconico del brand. Il nuovo logo, infatti, è composto dalla scritta diagonale “Fanta”, in blu scuro con contorno bianco, posizionata su un cerchio arancione che rappresenta il sole e le arance.
Ritorna anche la foglia verde sulle lettere “A” e “N”, in questa versione caratterizzata da una sfumatura.
Nel 2010, il logo di Fanta subisce un restyling.
Si passa da un font stondato a un carattere tipografico squadrato, in cui ogni lettera maiuscola bianca ha un contorno blu che si allunga verso il basso formando un’ombra verso il basso.
Viene mantenuto il cerchio arancione, reso però meno regolare e meno visibile rispetto alle versioni precedenti.
Anche la foglia verde è stata ridisegnata e ingrandita: ora esce dalla lettera “N” ed è rivolta in alto a sinistra.
6 anni dopo, il logo Fanta ha subito delle lievi modifiche: viene rimossa l’ombra blu del loro precedente e il cerchio torna ad essere un cerchio perfetto.
Nel 2023 Fanta ha introdotto la sua nuova identità globale e, con essa, il nuovo logo.
L’obiettivo del team di progettazione e dell'agenzia creativa di Coca-Cola, Jones Knowles Ritchie, è trasmettere la giocosità della routine quotidiana, ma con il look inconfondibile di Fanta.
Il restyling ha rimosso l’iconico cerchio arancione e la foglia verde. Rimane solo il logotipo bianco contornato in blu e ritorna l’ombra introdotta nel 2016, che in questa versione forma un triangolo verso il basso.
Il colore blu diventa quindi primario e dominante nel mondo Fanta.
La nuova veste di Fanta porta a un livello superiore lo stile pop già insito nel brand.
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